TORNARE INDIETRO ANDANDO AVANTI
Circa nove anni fa venivo chiamata per tenere il mio primo colloquio di lavoro a Milano nell'azienda di moda a cui avevo mandato il mio primo CV, per la prima volta.
Dopo la laurea e la mia esperienza ad Oxford dove ho studiato inglese per circa tre mesi, questa era la mia prima occasione per dimostrare cosa avevo imparato negli anni così da poter finalmente iniziare a lavorare e non dipendere più dai miei genitori.
Avevo 23 anni e tanta voglia di esplorare il mondo perché sono sempre stata super curiosa e affamata di sapere e avrei fatto qualsiasi cosa pur di ampliare le mie conoscenze e migliorare le mie capacità.
Sono stata fortunata perché il mio primo colloquio fu anche l'unico.
Fui selezionata subito ed in 3 giorni dovetti preparare la mia roba e trasferirmi nella city senza sapere nemmeno dove stare.
Nel frattempo nel paese dove sono nata, Manfredonia circa 60.000 abitanti ed il mare, tutti si chiedevano come mai stessi lasciando una realtà come quella di mio padre per andare a cercare fortuna altrove.
Ero già fortunata ad essere la figlia del Sig. Paglione: proprietario ,insieme a mio zio, di tre negozi di calzature e abbigliamento delle più grandi firme nel centro città ed una vita agiata frutto del tanto lavoro e determinazione che li caratterizza.
Perché mai andare a fare la "schiava" per altri quando puoi fare la "padrona" a casa tua??
Facevo finta di non ascoltare perché a me di ciò che pensa e dice la gente non mi è mai interessato a meno che non siano Jeff Bezos e Giovanni Ferrero a parlare.
Ho sempre creduto in me stessa seguendo ciò che il mio cuore ed il mio istinto dicevano così da non essermi pentita quasi mai delle scelte che ho fatto anche se risultavano dolorose e onerose.
Non amo vincere facile come odio dover sfruttare altri per il mio benestare perché credo che non c'è cosa più bella al mondo della soddisfazione nel vedere ciò che fai trasformasi in ciò che desideri e tutto solo grazie a TE!
Quando pagai il mio primo affitto con il mio primo vero stipendio rimasi 10 minuti immobile a guardare nel vuoto e a sorridere. Ero felice perché finalmente ero indipendente.
Questa cosa l'ho ripetuta ogni volta per ogni cosa che riuscissi a pagare da sola: le bollette, andare fuori a cena, il primo abbonamento in palestra, il dentista, il parrucchiere, i vestiti, le lenzuola, i regali alla mia famiglia e così via fino a diventare persino una piccola imprenditrice.
Sono cresciuta tanto. Sono tanti i passi fatti in questi nove anni ma, a differenza del tempo che scorre spingendo sempre in avanti le sue lancette, i passi possono anche andare più lenti fino a fermarsi e a volte addirittura portarti indietro.
C'è sempre un motivo per cui ci si deve fermare ed in maniera consapevole provare a seguire quella direzione il cui percorso sembri più facile da percorrere e più sicuro, così da potersi avvicinare il più possibile alla realizzazione del tuo futuro ideale.
Non sempre tornare indietro significa non essere riusciti o essere peggiorati anzi...
Spesso tornare indietro significa essere maturi.
Non è facile per noi giovani di questa generazione , poter realizzare il nostro ideale futuro visto il periodo assurdo che stiamo vivendo e le grandi difficoltà conseguenti ma, per quanto mi riguarda, credo che tutto questo sia accaduto per una precisa ragione. Credo che sia successo a posta per rallentare i miei passi.
Forse il mio FUTURO IDEALE è lì che mi aspetta, a casa mia, nella mia città con la mia famiglia.
Forse avevo davvero bisogno di fare questo lungo giro per poi tornare al punto di partenza e rendergli giustizia innalzando il proprio valore nascosto, non apprezzato ed un pò abbandonato.
Forse il mio futuro è nel mio passato ed è arrivato il momento di renderlo il mio presente.
Non più forse...
Da questo lato del mondo si accetta anche di tornare indietro per andare avanti.
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